Il sogno è un teatro interno dove vengono messe in scena delle esperienze passate e recenti; è una realtà non lineare della quale il sognatore ha fatto esperienza interiore.
Chi sogna utilizza un linguaggio, caratterizzato da immagini rivelatrici ed evocative, che facilita il pensiero e la comunicazione.
Durante il suo racconto, continuando a “sognare ad occhi aperti”, il paziente è accompagnato dal terapeuta a fronteggiare emozioni e contenuti che lo turbano in uno spazio relazionale condiviso.
Non è un film da comprendere, ma una realtà di cui fare esperienza entrando in contatto con i propri sentimenti.
“Invece di pensare a ciò che dovrebbe fare secondo la morale […] l’individuo che si assopisce comincia a pensare a ciò che gli piacerebbe fare […]” e quando infine sopraggiunge il sonno “non solo divieti e morale, ma anche il mondo obiettivo della realtà, con le sue possibilità fisiche e sociali limitate”, si dissolve e il Bambino ha la possibilità “di perseguire nei sogni il suo procedimento magico” (Berne).